Zona arancione

Epidemia di Vita

di Ilaria Teofani

Io: buongiorno signora, prenderei un decaffeinato, ma in realtà sono entrata perché avrei necessità di andare in bagno…non so se si può…

Barista: (imbarazzata) purtroppo no, possiamo solo fare asporto, mi dispiace moltissimo.

Io: e uno che deve andare al bagno come fa?

Barista: (sempre più imbarazzata),eh…lo chieda a chi ci governa…

La scena si è svolta in tre bar diversi, mi fermo sconsolata alla soglia del quarto

Io: buonasera prendo un decaffeinato, però dovrei andare in bagno, come se fa?

Barista : (arreso) eh…come si fa…si fa che si va in bagno anche se per legge non si può fare, ma come posso impedire a una persona di andare in bagno…

Queste sarebbero le norme a tutela della salute pubblica, si può andare in crociera, ammassati sui mezzi pubblici, si può pure fare gli untori nelle RSA, però per legge uno che necessita di andare in…

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A Ferlinghetti

acque agitate

Vorrei scrivere di Ferlinghetti l’umano poeta, «l’anarchico nel cuore», il guerriero della penna e della carta, che ci ha lasciato l’altro ieri a 101 anni-quasi 102, ma sento che non riesco a comprenderlo tutto, ad abbracciarlo per intero intendo, che è più grande e intenso di ciò che potrei produrre qui, su queste misere e agitate lande. Ho deciso di cavarmela citando cinque righe d’altrə – cinque righe scritte da compagnə di viaggio -, una poesia, ripescata stamattina troppo presto in quel piccolo grande libro che è A Coney Island of the Mind, e un pezzo a tema, dal passo beat.

«Ferlinghetti è stato determinante nel democratizzare la letteratura americana creando (insieme a Peter D. Martin) la prima libreria di tascabili del paese nel 1953, dando vita a un movimento per diffondere libri di qualità vari ed economici. Immaginò la libreria come un “luogo di incontro letterario”, dove scrittori…

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In terapia intensiva

Epidemia di Vita

Vicky Rossi

Io ho passato un anno di solitudine e lavoro ad alto impatto emotivo.

Ho lavorato in terapia Intensiva Covid. Ora mi sto “riposando” in un poliambulatorio privati. Dopo un anno posso dire che sto avendo segni di cedimento.

La socialità serve a ricaricare le energie, fa bene all’anima e allo spirito.

Per una pandemia gestita davvero male siamo tutti, chi più chi meno, allo stremo e chi ha già problemi di base che in una vita normale riesce a gestire (con lo sport, gli amici, gli hobby eccetera) si trova ad affrontare il proprio mostro con una ciabatta floscia invece di un arsenale.

A me è bastata una frase della Psicologa in una nota vocale a farmi riprendere, ma non tutti hanno la fortuna di poter contare su un aiuto.

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